Stasera Zelig

Ultimamente provo poco entusiasmo per le cose, vivo una sorta di menefreghismo per le cose che mi piaceva fare e sono diventata una stacanovista del lavoro, in realtà una che lavora troppe ore lo sono sempre stata, ma sono riuscita anche a peggiorare.

Quando l’altro giorno ho visto la pubblicità di Zelig mi sono sentita la gioia pervadermi, poi ho scoperto che avrebbero trasmesso l’episodio dopo pochi giorni ed ero quasi euforica e per una che non guarda quasi mai la televisione è bizzarro.

Oggi ho ricevuto un invito ad uscire, in parte ero stanca, in parte non mi andava di vedere la persona che mi ha invitato…ma soprattutto non mi perderei Zelig per nulla, men che meno per un uscita mediocre.

Spero solo non deluda le mie aspettative

Smarrita

Dopo settimane di lavoro super intenso oggi ho una giornata più tranquilla, fatico ad adattarmi a questo ritmo più lento. Mi sento l’ansia salirmi nei momenti di calma, vorrei essere più produttiva e mi sembra di sprecare tempo prezioso,  sono costretta a restare ferma in attesa, non posso allontanarmi per fare commissioni perché sto comunque lavorando devo essere reperibile,  non posso inventarmi grandi pulizie o iniziare nuovi lavori perché questi momenti durano poche decine di minuti e non so mai con certezza quanto.

Così mi appollaio scomodamente sullo sgabellino cercando di far riposare un pochino piedi e gambe mentre lascio che la testa viaggi. Purtroppo non mi porta in posti rilassanti ma in un turbinio di pensieri e riflessioni che mi fanno salire l’ansia. Un tipo di ansia che non provavo da tempo e non capisco cosa la scateni.

L’ansia e le emozioni più forti erano rimaste assopite in questi anni, non sapevo se esserne contenta o no. L’equilibrio che avevo trovato non mi riempiva di gioia però mi faceva sopravvivere bene alla vita e allo stress.

Riprovare certe emozioni mi lascia interdetta, sentire quella sensazione strana tipo farfalle allo stomaco quando devo fare qualcosa di nuovo o che non facevo da tempo non riesco a comprenderlo. Trovarmi per un aperitivo con delle conoscenti non dovrebbe farmi sentire così.

Quelle che provo a fatica sono le emozioni belle, non mi ricordo più che effetto fanno.

Mal di vita

Sono giorni che vorrei scrivere per denunciare il mio malessere, rimando sempre perché non riesco a capire da cosa sia dovuto.

Ho pochissimo tempo libero e sicuramente questo aiuta a farmi sentire così,  mi sembra l’estate mi sia fuggita tra le dita senza nemmeno essermene accorta.

Niente ferie, le domeniche spesso non si esce e quindi finisco a lavorare a casa per fare tutto (o in parte) di tutti quei lavori che in settimana non riesco.

Così trascuro il cane, trascuro quelli che credevo essere amici che in qualche modo mi davano la leggerezza, trascuro il mio compagno (un pochino lo fa anche lui con me), trascuro la famiglia,  i miei hobby e tutto questo mentre lotto per rimettere in sesto il mio fisico acciaccato.

Nei momenti liberi che mi impogno fatico a rilassarmi e anche farmi la manicure (rigorosamente da sola perché in questo momento le finanze sono un pochino provate) diventa un dovere perché mi rendo conto che devo curare di più il mio aspetto, così il turbinio del dovere mi assale.

Sono riuscita a prendermi qualche ora di relax reale con il risultato che la mia testa è andata in tilt, faccio pensieri sconclusionati, come non mai sento la mancanza di una vita passata, di amici, di tempo libero, di gioventù, di serate a ballare.

Guardo la vita postata sui social di una mia conoscente e la invidio profondamente. So cosa state per dirmi la gente non fa realmente ciò che pubblica, ma lei non posta nulla di eccezionalebe sicuramentei momenti difficilili ha anche lei. La sua è una vita del tutto normale, fatta di lavoro e studio, quindi anche lei è super impegnata eppure riesce ad avere le compagnie numerose, buffe, divertenti di amiche che si trovano per fare una partita a calcetto (o altre cose più creative del andare a fare aperitivo) o una grigliata più volte al mese. Ora è in vacanza ed invidio pure quella, non è in qualche albergo di lusso, ma con zaino in spalla campeggia e fotografa l’alba.

Questo mi manca, una vita impegnativa ma costellata di piccoli grandi momenti, mi mancano le chiacchiere, la spontaneità dei momenti senza essere obbligata a programmare tutto in largo anticipo altrimenti con il lavoro mi è impossibile esserci. Mi mancano le escursioni zaino in spalla in cui mi pento alla prima salita di aver deciso di farla. Mi manca ridere fino a farmi venire le lacrime agli occhi e il male agli addominali e pensare che in fondo è fare attività fisica anche quella.

Sono tutte cose che da sola non posso fare perché in montagna è pericoloso andare da soli e mi perderei sicuramente. Nonostante io parli abitualmente da sola quando mi devo concentrare mi rendo conto che non posso chiacchierare senza un interlocutore piacevole. Ma soprattutto non sono più capace di ridere….

Un altro post di lamentele

Voglio lamentarmi delle mie amicizie o quelle che ritenevo tali.

Lo so che negli ultimi post non faccio altro che lamentarmi, ma ho messo anche il titolo di avvertimento, per cui se vi scocciano le lamentele passate oltre.

Ok, se sei ancora qui a leggere benvenuto nel caos dei miei pensieri.

Posso dire di non avere molti amici al momento, alcuni che non ritenevo tali però si sono dimostrati tenerci a me molto più quanto pensassi. Mi hanno aiutato senza il bisogno che glielo chiedessi a raggiungere un obbiettivo che mi ero prefissata, eppure sono persone con cui non riesco a confidarmi, sono persone che sento molto distanti da me come pensiero e modo di vivere la vita.

Sono molto grata per quello che hanno fatto e sicuramente la mia considerazione nel rapporto che avevo con loro è aumentata eppure non riesco a pensare a loro se ho voglia di uscire in compagnia. Mi sento egoista perché mi sembra di approfittare di loro (anche se in realtà a mia volta ho dato loro una mano in passato) perché la reputo un’amicizia di serie B.

Quelli di cui mi voglio lamentare sono quelli che ritenevo amici di serie A, non mi hanno minimamente aiutato ed anzi si sono dimostrati ostili quando spiegavo di avere poco tempo libero perché non uscivo.

Quando li ho invitati io ad uscire per una serata senza preavviso ero convinta non sarebbe venuto nessuno invece con mia sorpresa due hanno accettato. Il piano era trovarci per una cena poco impegnativa (panino e birra). Sembrava prospettarsi una serata piacevole ed invece una all’ultimo ci ha avvertito che sarebbe arrivata solo dopo cena. Abbiamo poi scoperto che ha fatto tardi perché è andata a fare aperitivo con altri amici (durato ore). Questo genere di mi infastidisce non poco, se prendi un impegno lo rispetti, e ti presenti puntuale.

Oltretutto ha passato la serata a sbadigliare e a dire quanto fosse stanca, che era uscita tutte le sere quella sette che aveva sempre fatto tardi.

Mi chiedo come ho fatto ad attaccarmi tanto a lei in passato e a ritenerla amica…riuscivo a confidarmi e raccontarle tutto ora mi pento di averle affidato i miei segreti.

Jetpack: devo farci amicizia

Non mi piace molto aver dovuto cambiare app per WordPress, mi sembra di non aver letto nessun vostro post a riguardo per cui lo farò io, un bel post di lamentela.

Anche se è simile all’app che usavamo prima e l’istallazione di jetpack è stata semplicissima avevo una sorta rifiuto, tant’è che avevo anche smesso di leggervi pur di non installare la nuova app.

Avevo paura fosse tutto diverso, avevo paura di perdere la sensazione di casa che trovavo su WordPress.

Religione tetra

Sono una persona atea, lo sono diventata da ragazzina, nonostante io abbia una famiglia credente. Ho frequentato diverse associazioni legate al cattolicesimo come gli Scout, ho fatto la chirichetta e ho partecipato a gruppi per ragazzi tenuti da catechisti nonostante io all’epoca già non credessi più in un Dio, perché era un bell’ambiente.

La religione mi ha sempre circondato in un certo senso, spesso mi sono ritrovata adessere la pecora nera essendo l’unica atea. Normalmente evito di dire che sono atea perché le persone credenti tendono a restare ferite da questa mia dichiarazione e spesso cercano di farmi convertire.

Leggendo l’articolo Le opere d’arte imperfette dal bolognese “non sono ipocondriaco” mi sono ricordata un particolare della religione cattolica che non ho mai compreso. A differenza di altre religioni quasi tutte le iconografie sono tetre, tristi, legate al dolore, con colori non accesi, carnagioni pallide. Nel Buddismo ad esempio il simbolo principale è sorridente e paffuto, e anche gli altri simboli sono legati alla serenità.  Eppure la religione cattolica non è legata solo a momenti dolorosi, quindi perché riservare immagini liete solo per il Natale?

Negli ultimi anni sempre meno persone decidono di abbracciare la religione e quando lo fanno spesso non sono praticanti, questa scelta fatico un po a comprenderla,perché è di comodo. Quando parlo di praticante non intendo l’andare a messa, quanto il mettere in pratica una serie di componenti altruistici.

Mi chiedo se non sia il caso di rendere la religione più allettante svecchiandola un po, ovviamente non parlo di buttare le opere d’arte, ma di aggiungere altre immagini più serene, con colori allegri, oltre ad attirare persone con attività sportive, culturali, obbistiche come ad esempio fanno i mormoni, questa strategia non attirerebbe gli atei ma almeno i non praticanti, perché la cena con i missionari credo non attiri molti giovani.

Questione di un certo peso.

In questo post farò un po’ di riflessioni “ad alta voce”, non voglio in alcun modo urtare la sensibilità di nessuno anzi mi piacerebbe conoscere la vostra opinione.

Negli ultimi anni si sta parlando tantissimo di peso forma. C’è chi sostiene che è importante mantenere un peso forma ideale per una questione di salute, chi che dovremmo accettarci per come siamo.

Stanno nascendo un sacco di modelle curvy in perfetta contrapposizione alle modelle sottopeso. Ci sono tantissime persone che si battono contro i body shaming tutti i giorni e siamo arrivati al punto in cui il peso è diventato un argomento tabù.

Tutto molto bello, molte idee sono super corrette ma… Ed è qui che partono le mie riflessioni.

È così sbagliato che una persona molto vicina a noi ci faccia notare che abbiamo preso qualche chilo? Quando vivevo con i miei io e mia mamma abbiamo lottato a lungo con il peso di mio papà, i risultati dei suoi esami avevano più stelle di una notte d’estate, alla fine anche grazie all’osservazione di qualcuno esterno alla famiglia ha deciso di mettersi a dieta (seguito da un medico), ha perso un sacco di chili, i suoi esami sono tornati buoni, non russa più e anche il mal di schiena è diminuito.

Finché si parla di salute l’opinione é ancora abbastanza mite ma quando si parla di estetica le cose cambiano perché diventa inopportuno dare opinioni sull’aspetto. In parte sono d’accordo ma anche se si tratta del nostro parter?

Non si dovrebbe volere che gli altri cambiassero ma dovremmo accettarli così come sono… Maaa se nel tempo fossero loro ad essere cambiati e questo non li rendesse più attraenti ai nostri occhi? Dovremmo semplicemente lasciare il nostro partner perché ha smesso di depilarsi o ha preso qualche chilo? É così sbagliato parlargliene?Non parlo a chi ambisce ad avere una persona “perfetta” al proprio fianco, non parlo delle esagerazioni.

Il mio ex non rientrava nei canoni estetici che mi piacciono eppure è riuscito a farmi innamorare di lui, però con il tempo il fuoco dell’innamoramento si è spento e sono usciti i difetti estetici e caratteriali. Poi con il tempo ha preso parecchio peso e mi sono ritrovata affianco una persona che non mi attraeva per nulla, ricordo ancora un giorno che è uscito dalla doccia nudo il senso di disgusto che ho provato. Tutto questo può sembrare terribilmente cattivo però come posso impormi di trovare qualcosa attraente se per me non lo è?

Non mi piaccio con qualche chilo in più e non sono ipocrita da dire che è una questione di salute, perché probabilmente secondo le tabelle sono solo un paio di chilogrammi sopra il peso forma corretto. Nel mio caso è questione di estetica, non mi importa ciò che pensano gli altri ma ciò che penso io, mi guardo allo specchio e non mi riconosco l’immagine riflessa.

Quando qualcuno mi dice “Ma non sei grassa”, “Ci deve essere un po’ di ciccia altrimenti che gusto c’è nel toccare ossa” non mi da sollievo ma al contrario mi fa venire ancora più voglia di coprirmi ed è così che il peso diventa un argomento tabù anche per me.

Io non vorrei fosse un argomento così scottante, se le persone avessero un opinione più obbiettiva e ammettrssero che ho preso qualche chilo (ne ho messi su 7 quindi non sono proprio nulla) e si offrissero di aiutarmi nel perderli invece che insistere nel dirmi “ma è solo una fettina di dolce / boccale di birra” quando rifiuto qualcosa dato che sono a dieta. Non pretendo che le perone mi propongano di venire a correre con me o in palestra, ma semplicemente quando dico che non posso uscire a cena perché sono a dieta mi offrissero un altra alternativa, “dai ci troviamo per un caffè”, “andiamo a fare una passeggiata al parco”.

Serena.

Ormai è da qualche giorno voglio fare un post sulla serenità che ho raggiunto. Ascoltavo distrattamente la radio quando ho sentito che la speaker chiedeva alle persone all’ascolto se fossero felici.

Mi sono interrogata a lungo per capire se sono felice, non è stato affatto facile giungere a una conclusione. La risposta è no, non sono felice, però non sono nemmeno infelice quindi posso dire che per una volta tanto mi accontento e non pretendo nulla di più perché quello che ho raggiunto è la serenità.

La mia vita è tutt’altro che perfetta, ci sono tante cose che non mi piacciono, altre sto cercando di sistemarle eppure sono riuscita a raggiungere la serenità interiore. Non sono diventata una specie di monaco buddista, ho le giornate no, quelle bho, i momenti in cui mi arrabbio però poi mi passa e alla notte riesco a dormire serenamente.

La cosa strana è che quando ho qualcosa che non va non ho difficoltà a venire qui sul blog a lamentarmi e sfogarmi, quando invece le cose vanno bene ho come un blocco e sparisco dal blog. Mi sembra che non sia importante raccontare agli altri che sto bene, mi sembra di ostentare la felicità. A pensarci é assurdo, perché non è bello sentire qualcuno che si lamenta sempre.

L’estranea dei cani

Non sono una grande appassionata del Natale, anche se dopo due anni in cui l’ho passato da sola ho iniziato ad apprezzarne alcune caratteristiche come il pranzo con la mia famiglia d’origine, che per fortuna non comporta molte ore seduti a tavola o enormi quantità di cibo.

Questa mattina avevo delle incombenze da svolgere così mi sono alzata presto, vedere le strade deserte mi ha fatto ricordare i tempi del Lockdown mi ha fatto provare una strana sensazione di pace. Nemmeno il cielo carico di nuvoloni grigi è riuscito a mettermi malinconia.

Incrociare la ragazza che come ogni mattina porta a passeggio i sui cani mi da un senso di sicurezza. Non le ho mai rivolto la parola e probabilmente non la riconoscerei nemmeno se la vedessi in un altro posto senza i sui cani, il suo cappellino calato fino agli occhi in estate o il cappuccio in inverno. L’immancabile giubbino catarinfrangente fanno sì che io riesca ad individuarla da lontano. C’è stato un periodo che non l’ho più incontrata e ho provato un senso di preoccupazione, mi sono chiesta cosa fosse successo, ammetto di aver provato una sensazione sgradevole, quasi se a mancare fosse una certezza. Quando ho rivisto l’estranea con i cani ho provato gioia, tutto era tornato al posto giusto, lei era ritornata nella mia vita.

La frenesia dei giorni scorsi, le persone nervose, le strade intasate perennemente invece mi facevano provare una sensazione di disagio, mi sentivo fuori posto. Io ho continuato con i miei soliti ritmi, niente corsa all’ultimo regalo, niente cene di gruppo in ristoranti troppo chiassosi per i miei gustimi. A volte mi sembra di appartene a una specie diversa.

Famiglie

Stavo leggendo i vostri nuovi post quando mi sono imbattuta in quello di Alice, di cui vi lascio il link : https://wp.me/p6kZQL-1ED

Lamentava il fatto che la sua famiglia si stia man mano restringendo, perché non nascono nuovi bimbi ad allargarla ma al contrario purtroppo i parenti più anziani vengono a mancare.

Un po’ é così anche nella mia famiglia, però la causa del restringimento della famiglia non è solo la morte ma anche l’allontanamento di molte persone.

Sono sempre stata più legata ai nonni materni, credevo che fosse perché ero l’unica Nipote mentre dalla parte paterna ero la prima ma con il tempo ho capito la meno importante.

Sebbene io sia da sempre la nipote buona, quella che non si ribella, che è facile da gestire, quella che ha sempre dato pochi problemi con gli anni mi sono accorta di essere quella meno importante.

Quando mia nonna aveva bisogno di essere accompagnata a qualche visita ero io l’unica sempre disponibile, gli altri giustificati sempre per la loro poca disponibilità.

Da parte mia ho cercato di pesare sempre poco sui miei nonni, di arrangiarmi negli spostamenti in bicicletta anche quando pioveva a differenza dei miei cugini, una in particolare che era sempre pronta a chiedere di essere scorrazzata qua e là, dal morsetto di turno, alla ginnastica ecc.

Nemmeno quando hanno avuto la patente sono stati autosufficienti, uno le prendeva sempre la macchina in prestito anche per uscire con gli amici lasciandola sempre “in riserva”, l’altra non ha mai fatto la patente.

Ricordo che sono rimasta senza auto per un periodo e dato che non c’erano mezzi pubblici ero costretta a passare la pausa pranzo a zonzo, durante le belle giornate andavo al parco con il pranzo a sacco ma quando ha iniziato a piovere ho chiesto se per un paio di settimane poteva venirmi a prendere lei e offrirmi un piatto di pasta caldo a casa sua. Sono rimasta male quando si è lamentata perché la benzina era la sua, dal giorno dopo ho iniziato a fare la pausa pranzo al bar e dopo qualche giorno una parete alla lontana si è offerta di ospitarmi lei a pranzo.

Questo è solo uno dei tanti esempi per cui alla fine mi sono io stessa allontanata ed ho capito perché a suo tempo anche i miei avevano fatto passi indietro con quella parte della famiglia.

Con i miei cugini avevo un rapporto da sorelle maggiore, soprattutto con il maschio, quando poi si è sposato ha tagliato i ponti con me, nono io abbia provato in più occasioni a parlargli ha sempre inventato scuse dicendo di avere poco tempo libero (povero è talmente occupato che non ha più trovato tempo per mandarmi un messaggio per farmi gli auguri al compleanno), alla fine ho smesso di provare a riallacciare i rapporti e con il tempo è diventato un estraneo per cui non provo più sentimenti.

Quando la nonna materna è invecchiata ho fatto tutto il possibile per aiutarla e le ho fatto da badante alternandomi con le sue figlie quando si è ammalata. Non nascondo che sia stato molto difficile e che mi sia pesato ma lo rifarei subito se potessi tornare indietro.

Ora ci siamo accorti che anche la nonna paterna inizia ad avere bisogno di aiuto ma sono onesta, non me la sento di fare tutto quello che ho fatto per l’altra nonna… So che sembro una persona cattiva, che non si dovrebbero fare differenze tra i nonni, io però non riesco ad essere imparziale… Si raccoglie ciò che si semina.