La sala d’aspetto
Ho accompagnato una mia parente a fare una visita specialistica in ospedale. Mentre attendevo ho, per una volta, preferito lasciare il telefono in borsa e osservare le persone.
La gente presente è per la maggior parte anziana, una signora visibilmente sovrappeso è sorretta da un ometto gobbo con pochi capelli spettinati, le cui gambe sono pericolosamente incurvate verso l’esterno, anche il suo naso ha una gobba pronunciata. La signora si appoggia al braccio del suo accompagnatore le cui gambe si flettono pericolosamente ad ogni passo, temo le ginocchia cedano all’improvviso.
Poco distante una signora con un completo elegante troppo largo, probabilmente acquistato per andare ad un matrimonio, parla nervosamente al figlio che le risponde a monosillabi mentre va scorrere velocemente le dita sul suo smartphone.
Arriva una coppia di vecchietti, lei è spettinata e ha i capelli unti, lui sembra porti quella giacca da troppi giorni.
Finalmente ci chiamano, mi acconsentono di restare durante la visita, il dottore parla con voce troppo bassa senza dare troppi dettagli mi incasta tra le mano un foglio con gli esami da eseguire. Mi chiedo come faranno a capirlo gli anziani in sala d’attesa.