Religione tetra

Sono una persona atea, lo sono diventata da ragazzina, nonostante io abbia una famiglia credente. Ho frequentato diverse associazioni legate al cattolicesimo come gli Scout, ho fatto la chirichetta e ho partecipato a gruppi per ragazzi tenuti da catechisti nonostante io all’epoca già non credessi più in un Dio, perché era un bell’ambiente.

La religione mi ha sempre circondato in un certo senso, spesso mi sono ritrovata adessere la pecora nera essendo l’unica atea. Normalmente evito di dire che sono atea perché le persone credenti tendono a restare ferite da questa mia dichiarazione e spesso cercano di farmi convertire.

Leggendo l’articolo Le opere d’arte imperfette dal bolognese “non sono ipocondriaco” mi sono ricordata un particolare della religione cattolica che non ho mai compreso. A differenza di altre religioni quasi tutte le iconografie sono tetre, tristi, legate al dolore, con colori non accesi, carnagioni pallide. Nel Buddismo ad esempio il simbolo principale è sorridente e paffuto, e anche gli altri simboli sono legati alla serenità.  Eppure la religione cattolica non è legata solo a momenti dolorosi, quindi perché riservare immagini liete solo per il Natale?

Negli ultimi anni sempre meno persone decidono di abbracciare la religione e quando lo fanno spesso non sono praticanti, questa scelta fatico un po a comprenderla,perché è di comodo. Quando parlo di praticante non intendo l’andare a messa, quanto il mettere in pratica una serie di componenti altruistici.

Mi chiedo se non sia il caso di rendere la religione più allettante svecchiandola un po, ovviamente non parlo di buttare le opere d’arte, ma di aggiungere altre immagini più serene, con colori allegri, oltre ad attirare persone con attività sportive, culturali, obbistiche come ad esempio fanno i mormoni, questa strategia non attirerebbe gli atei ma almeno i non praticanti, perché la cena con i missionari credo non attiri molti giovani.